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sabato 20 marzo 2010

Over 45: inventiamo un lavoro

Pic by giopuo

Per diversi milioni di anni, da quando gli esseri umani sono apparsi su questo pianeta, il loro modo di sopravvivere non era molto dissimile da quello degli altri animali.

La caccia e la raccolta erano le uniche modalità con cui gli esseri viventi (uomo incluso) si procacciavano il cibo.
Mors tua vita mea era l’unica filosofia possibile. Aggressività, astuzia e capacità di uccidere erano le doti fondamentali, soprattutto per i carnivori, uomo incluso.
Qualcosa cambiò tra i 15.000 e i 10.000 anni fa, la data è ancora in discussione, come è in discussione il luogo ove iniziò questa evoluzione della mente umana.
Forse nelle montagne dell’Anatolia, forse nel medio oriente.
Accadde che un gruppo di uomini a noi sconosciuto capì il meccanismo con cui la natura faceva crescere i cereali.
Per cui, anziché accontentarsi di raccogliere quello che la natura gli metteva a disposizione, piegarono la schiena e si misero a coltivarli.
Era una fatica tremenda, ma aumentava notevolmente le loro possibilità di sopravvivenza.
Fu l’inizio di una evoluzione che sollevò gli umani un gradino al di sopra degli altri animali.
Attraverso la comprensione delle leggi della natura piegarono la natura alle proprie esigenze.
Anziché accontentarsi di quello che l’ambiente gli metteva a disposizione, forzarono la natura a produrne più di quello che avrebbe prodotto da sola.
Non avevano solamente inventato alcune tecniche agricole.

Avevano inventato il lavoro.


Il lavoro non esiste in natura. Il lavoro è un’invenzione dell’uomo.
Con l’invenzione del lavoro nasce l’economia così come noi la conosciamo.
Nasce cioè un intreccio di rapporti umani finalizzati alla sopravvivenza attraverso il lavoro.
Il lettore ci perdoni per aver fatto questa breve digressione antropologica.
L’abbiamo fatta perché oggi la nostra società si trova di fronte ad un problema che richiede un particolare sforzo di immaginazione.

E’ necessario inventare nuovi lavori.

Oggi siamo arrivati ad una situazione per cui le aziende diventano rapidamente obsolete o vengono superate dagli sviluppi dell’economia e quindi espellono lavoratori.

E’ una triste realtà, che è sfuggita al grande pubblico, che i professionisti che abbiano passato i fatidici 45 anni sono difficilmente re-impiegabili.
E’ un fatto: le aziende che acquisiscono una nuova risorsa, sono molto riluttanti a prendere in considerazione le candidature di persone che hanno passato i 45.
Nel mercato del lavoro di oggi è molto improbabile che uno di questi lavoratori, per quanto sia qualificato, riesca ad attirare l’interesse di un’azienda e a farsi assumere.
In un tempo di crisi come questo può succedere a chiunque, a prescindere dalla sua preparazione.
Succede che un’azienda entra in crisi, per un qualunque motivo non necessariamente dovuto a suoi errori, e deve mandare a casa lavoratori preparati e ancora pieni di capacità produttiva.
Gente brillante, con degli ottimi curricula che mai avrebbe immaginato di trovarsi di fronte a una situazione così drammatica, soprattutto nel pieno della curva della vita in cui sono impellenti i bisogni della famiglia, della casa, etc.
Vanno avanti per un po’ con quei pochi soldi che le aziende chiudendo possono mettere a loro disposizione, poi con i loro risparmi e quando sono finiti ... si presentano alle mense dei poveri e si mettono in fila assieme ad immigrati extracomunitari.
E’ inconcepibile che la nostra società lasci disoccupati migliaia di ottimi lavoratori che potrebbero dare un bel contributo alla crescita di questo paese.
Ricordiamoci che il lavoro è una creazione dell’uomo.
Oggi è necessario uno speciale sforzo creativo perché le risorse che trovano una opportunità correlata alla loro preparazione storica vengano indirizzate a nuovi lavori.

Da dove vogliamo iniziare?

Incominciamo a considerare che la nostra è una società di servizi.Pensiamo ai servizi. Quanti ce ne sono?
Tantissimi, farei fatica ad elencarli tutti anche perché di molti non so neanche che esistono.
Turismo, cultura, tempo libero, sport? Ambiente, ecologia, servizi di quartiere, assistenza agli anziani, all’infanzia? Vorremmo far arrivare questo messaggio a tutti coloro che sono dotati di iniziative imprenditoriali o che hanno notizia di esperienze innovative e di successo.

Importante è trasformare un problema in una opportunità.

C’è una massa di lavoratori ben preparati disponibili ad iniziative che abbiano delle concrete possibilità di dare lavoro valutando sia i contenuti che eventuali cambiamenti di logistica.

La HR Services NET di Milano, una società con esperienza pluriennale nella ricerca e ricollocazione di personale, si pone l’obiettivo di costruire sul proprio sito internet un libro bianco su cui i creatori di iniziative possono pubblicizzare la propria e farsi leggere da chi cerca lavoro e sa di non poter più contare sui normali canali.
Per tutti è un nuovo inizio, una nuova opportunità.
Noi possiamo mettere a disposizione una lunga esperienza nelle risorse umane e uno spazio web dove segnalarci le vostre (o da voi riscontrate) iniziative lavorative di successo.

….. In bocca al lupo!

Marcello Caroti

Per ulteriori approfondimenti: blog.hrservicesnet@gmail.com

10 commenti:

  1. Cari signori, con la summenzionata situazione io ci convivo già dal 2007. Eccomi dunque, a 63 anni suonati, precario a partita iva. Per non soccombere ho dovuto far debiti e adesso le banche mi stanno letteralmente dissanguando. Tutti i modi che conoscevo di procurarmi lavoro non funzionano più. Inutile girare per le zone industriali. Chi non ha chiuso riesce a malapena a coprire gli orari del proprio personale. I privati, schiacciati dalle bollette e dalle rate di quanto comprato a credito in tempi non sospetti, se non vogliono rinunciare al cibo, debbono rinunciare a tutto il resto. Non disperate, il governo ha esteso la cassa integrazione… a chi? Per l’ occasione ho approntato una serie di buoni omaggio. Ciascuno di essi vale per un “vaffanculo gratis”. Chi l’ ha ricevuto (ovviamente per scherzo) ha avuto, con l’ occasione di un sorriso, molto di più di quanto hanno fatto le famose “istituzioni”.
    Saluti.

    visnotjl
    prontosoccorsopc.biz

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  2. Molto chiaro, mi trovo d’accordo, ma sono le conseguenze della attuale situazione che prescinde purtroppo dalla singolari vicissitudini della nostra società. Ma le forze dell’uomo sono praticamente infinite e niente mi blocca se penso con te quanto sia possibile, anche se difficile, “inventare un lavoro.”

    Giampiero

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  3. Sono d’accordo con Giampiero e secondo il mio parere di psicologa credo che sia utile per gli over 45 di potersi valutare al meglio, magari anche attraverso un “Bilancio delle Competenze” che è una procedura di autovalutazione che permette all’individuo di scoprire di sè più di quanto pensa di sapere sulle sue qualità, aspirazioni, inclinazioni naturali, capacità e campo d’azione lavorativo nel quale inserirsi.

    Silvia

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  4. Sino a qualche tempo fa non avrei mai pensato di leggere e scrivere in merito all’argomento quivi brillantemente trattato da Marcello Caroti, al quale vanno i miei complimenti per la semplice ma profonda riflessione sul lavoro (perso)degli over45.
    Sino a qualche tempo fa – come molti miei coetanei – ero preso unicamente dai ritmi assurdi del lavoro, e l’adrenalina era destinata pressoché totalmente al raggiungimento del budget, fino al totale assorbimento delle mie forze fisiche e nervose, all’azzeramento del pensiero “mio”, personale, intimo..
    Sino a qualche tempo fa ero perfettamente inserito in questo perverso sistema.
    Un bel giorno, proprio come racconta l’autore del post, mi sono trovato fuori, fuori dal posto di lavoro (garante del mio reddito e della tranquillità economica della mia famiglia, ma anche fuori dal poc’anzi citato perverso sistema.
    Per anni, nel mondo lavorativo (del credito) in cui vivevo, mi dicevano (e poi, da capo, dicevo anch’io ai colleghi):“trasforma la criticità in opportunità” , e per anni in diverse occasioni ho applicato la massima, riuscendo a risolvere il problema con grande soddisfazione.
    Oggi, anzi da circa un anno, questa massima è divenuta la mia massima, e nonostante le palesi ed immaginabili difficoltà che un over45 – specie in questo particolare momento congiunturale – trova nel mondo lavorativo, sto trovando nuovi importanti equilibrii e non solo sul lavoro (dove lo stress non è assolutamente paragonabile a quello dei miei tempi migliori), ma anche nella vita extralavorativa, il quotidiano, nel quale riesco a pensare e a fare cose che – sino a qualche tempo fa – non avrei mai immaginato di poter fare…..è una nuova vita, certo non facile, ma stimolante e molto, molto più libera di prima.
    Oggi io sono protagonista dei miei insuccessi, ma anche e soprattutto dei miei piccoli, grandi successi.
    So che il tempo mi darà ragione.
    Buon lavoro a tutti, anzi, serena serata a tutti.

    Giorgio

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  5. Finalmente qualcuno che si interessa di questo problema: noi “over 45″ senza lavoro.
    Grazie!

    Lorella Piazza

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  6. Inventare un nuovo lavoro purtroppo non è un compito facile!
    Riproporre la propria esperienza in un modo diverso dal posto fisso può essere un’idea.
    Certo le sicurezze e garanzie del passato antecrisi sono spesso solo un ricordo!

    Flavio

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  7. Interessante quello che scrivi, Giorgio.
    In che città sei?

    Carlo

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  8. Mi verrebbe da dire: come mai ci ricorda soltanto ora di questo problema, quando sono anni che è purtroppo una realtà per migliaia di persone? Meglio tardi che mai.
    Comunque sia, mi sembra utile ricordare qui che in Italia esistono diverse associazioni che hanno come scopo quello di far emergere il problema a tutti i livelli e che forniscono supporto a tutti coloro che ne entrano in contatto. Un esempio fra tutti, giusto perchè ne sono associato, è l’Atdal (Assoc. per la tutela dei diritti dei lavoratori) e il suo sito è http://www.atdal.eu.
    Una considerazione che mi viene da fare quando sento parlare di autoimprenditoria è la seguente: ma se io avessi avuto la vocazione imprenditoriale, possibile non l’avrei già fatta diventare la mia attività principale in tempi non sospetti? Per tutti coloro che consigliano a chi non ha lavoro di fare autoimpresa, vorrei sottolineare che si tratta soltanto di palliativi, di modalità per uscire da situazioni senza altra via di uscita. Quindi non essendo una scelta, rappresentano una costrizione con tutti gli esiti (insuccessi) che si possono aspettare dalle costrizioni. Non è una visione pessimistica, ma vorrei soltanto che non si vendano strade senza ulteriori via d’uscita come opportunità, quando in effetti lo possono essere soltanto per pochissimi fortunati.

    NIck

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  9. Un invito x tutti gli interessati a visitare il sito di un associazione che da diversi anni si batte per sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica, sia a livello regionale/nazionale, che in sede internazionale.
    http://www.lavoro-over40.it/
    Grazie ad una grande capacità di ascolto e comprensione fornisce un sostegno concreto con progetti nazionali ed internazionali, tanto da essere un referente qualificato ai tavoli di lavoro della comunità europea. Dare sostegno e adesione a chi da anni si occupa del problema è un modo concreto ed efficace per aiutare noi stessi ad affrontare questa situazione e soprattutto a dare voce a chi si sente solo e smarrito, travolto dagli eventi. Mai come in questo caso l’unione fa la forza, mai come in questo caso tante energie produttive possono essere correttamente convogliate verso un risultato utile, anzichè disperse nel nulla e perse per sempre. Un invito a tutti a non mollare mai, ed a non sentirsi soli ed emarginati, il problema è globale e tocca tutti indistintamente, non ci sono colpe o meriti dei singoli ma solo circostanze globali sfavorevoli. Il primo passo per uscirene è non sentirsi sconfitti ma utilizzare le proprie capacità ed energie, anche le incazzature, in maniera utile e costruttiva. Un grosso in bocca al lupo a tutti.

    Milvio

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  10. Salve, ho 41 anni e mio marito 43...ci si può definire over 40 di sicuro anagraficamente ma non mentalmente. Siamo disoccupati e in perenne ricerca di lavoro (mio marito vorrebbe essere il titolare di se stesso, io sono molto più modesta) ma qui in Sicilia (Palermo)siamo già carta straccia, indipendentemente dalle nostre effettive capacità. Vogliono gente qualificata ma nessuno da modo di "farsi" una qualifica, come se nascessimo già capaci di stenografare, lavorare su access o ricamare! da anni pubblico il mio CV su Adecco, Lavoro.org, e Linkedin ma mai e dico mai ho avuto modo di fare nemmeno un colloquio. Vi chiedo: perchè da noi arrivano solo offerte di lavoro come rappresentante? perchè per potere fare dei corsi o master bisogna essere come mimimo nel Lazio? perchè da noi nemmeno uno stage è contemplato? la laurea da me conseguita 15 anni fa non è altro che una beffarda memoria di 20 anni di studio e oggi penso che se avessi studiato arti e mestieri avrei un lavoro. Scusate lo sfogo, ma sento dire che il lavoro c'è, che bisogna guardarsi attorno, mandare Cv (per altro pubblicati su internet in chiaro in modo che anche il nostro peggior nemico sappia vita morte e miracoli, oltre il fatto che sa che siamno senza soldi!!), ma l'unico lavoro trovato finora in passato sia da mio marito che da me è stato frutto di raccomandazioni. Oggi non bastano più nemmeno quelle, bisogna "pagare" per avere la promessa di un lavoro.
    Vi auguro (con somma invidia) buon lavoro e comunque complimenti per il bel blog.
    Buona serata

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