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venerdì 27 maggio 2011

Dalla mia alla tua cucina - formazione a domicilio

foto by USDAgov

I frequentatori di corsi di cucina nel nostro paese sono tanti ed il loro scopo è differente.
C’è chi, giovane o semplicemente preso dalla necessità, decide che è giunto il momento di imparare a destreggiarsi ai fornelli e si lascia convincere dai corsi “ti insegno a cucinare in 4 lezioni: antipasto, primo, secondo e dolce”.
C’è chi ha già un livello di conoscenza medio, è stato in cucina con la mamma e la nonna, quindi ha già qualche base e per passione decide di imparare nuove ricette. Sceglie quindi un corso di cucina mirato, sul tema che gli piace in quel momento, es. la cucina siciliana.
Ci sono poi coloro che sono professionisti, quelli che lavorano presso la ristorazione, che vengono cioè da una formazione professionale presso istituti alberghieri e tuttavia desiderano tenersi aggiornati o affinare certe tecniche. Si affideranno a scuole specializzate di più alto livello.
Oltre a tutte queste categorie, vi sono poi coloro che sono appassionatissimi, hanno già un buon livello di conoscenza delle tecniche e si trovano nella situazione di doversi reinventare dal punto di vista lavorativo.
Allora perché non provare a candidarsi per fornire formazione a domicilio?
Seguendo un corso che vi permetta di acquisire una certificazione ed una professionalità spendibile, potreste cercare di proporvi come istruttori a domicilio o per consulenze non solo legate a tecniche di cucina ed a ricette, ma anche in temi diversi come ad esempio abbellimento della tavola o presentazione dei piatti.
Ci sono infatti corsi che permettono si di acquisire tecniche di base, ma che permettono inoltre l’iscrizione alla Federazione Italiana Cuochi. I temi trattati fanno si che si possano migliorare le proprie capacità di comunicazione (quindi di insegnamento), forniscono le nozioni legate alla legislazione igienico sanitaria (HACCP) ed alle norme di sicurezza sul lavoro. E’ importate apprendere anche nozioni di dietologia, la stagionalità e le proprietà organolettiche dei prodotti.
Se pensate di aver voglia di provare,  potreste poi aprire un blog o un sito per presentarvi ed interagire con il popolato mondo dei food blogger, molto in voga ormai negli ultimi anni, magari dando un taglio diverso ed originale. Ad esempio, se siete mamme o avete una passione per il lavoro a contatto con i bambini, potreste pensare di focalizzarvi su corsi per i più piccoli, fornendo quindi un doppio servizio di babysitteraggio con annesso corso di cucina.
Se invece la formazione non fa per voi, potreste in ogni caso proporvi per un servizio di “personal chef” a domicilio, cucinando direttamente a casa dei clienti. I prezzi varieranno a seconda del numero di persone, del menu e degli ingredienti utilizzati.

lunedì 16 maggio 2011

Nuovo contratto di lavoro



A breve entrerà in vigore il nuovo contratto di lavoro.

Eccone i punti essenziali:

1 - GIORNI DI MALATTIA
Non sarà più accettato il certificato medico come giustificazione di malattia.
Se si riesce ad andare dal dottore si può benissimo andare anche al lavoro.

2 - GIORNI LIBERI E DI FERIE
Ogni impiegato riceverà 104 giorni liberi all'anno.
Si chiamano sabati e domeniche.

3 - BAGNO
La nuova normativa prevede un massimo di 3 minuti per le necessità personali.
Dopo suonerà un allarme, si aprirà la porta e verrà scattata una fotografia.
Dopo il secondo ritardo in bagno, la foto verrà esposta in bacheca.

4 - PAUSA PRANZO

4.1 - Gli impiegati magri riceveranno 30 minuti, perché hanno bisogno di mangiare di più per ingrassare.
4.2 - Quelli normali riceveranno 15 minuti, per fare un pasto equilibrato e rimanere in forma.
4.3 - I grassi riceveranno 5 minuti, che sono più che sufficienti per uno slim fast.

5 - AUMENTI

Gli aumenti di stipendio vengono correlati all'abbigliamento del lavoratore:

5.1 -  Se si veste con scarpe Prada da euro 350,00 o borsa Gucci da euro 600,00,
si presume che il lavoratore stia bene economicamente e quindi non abbia bisogno di un aumento.
5.2 -  Se si veste troppo poveramente, si presume che il lavoratore debba imparare
ad amministrare meglio le sue finanze e quindi non sarà concesso l'aumento.
5.3 -  Se si veste normalmente vuol dire che il lavoratore ha una retribuzione sufficiente e quindi non sarà concesso l'aumento.

6 - PAUSA CAFFE'

Le macchine erogatrici di caffè/the saranno abolite.
Ai lavoratori che lo richiederanno, all'inizio dell'orario di lavoro sarà messa sulla scrivania una tazzina piena di buon caffè/the caldo che potranno bersi durante la pausa comodamente seduti sulle loro sedie senza alzarsi e perdere tempo a raggiungere il distributore.
Per chi volesse anche uno snack (ingordi) vi preghiamo tornare al punto 4.

7 - STRAORDINARI

Gli straordinari non saranno piu' pagati...se decidete di restare in ufficio oltre l'orario di lavoro significa che non avete altro da fare a casa quindi dovreste solo ringraziarci, se non ci fossimo noi vi annoiereste fuori di qui.

Vi ringraziamo per l'attenzione e Buon lavoro!

P.S. - Per aver letto questo post in orario di lavoro vi verranno trattenuti 4 minuti di stipendio.
P.P.S. - Le vostre postazioni saranno sistemate nel week end come da foto

giovedì 12 maggio 2011

Sartoria si, ma di nicchia

foto di lui lui


Se pensiamo al settore moda, la prima professione che ci viene in mente è quella dello stilista. Oltre a questa vi sono però figure più semplici e sicuramente più praticabili per chi abbia gusto e spirito creativo. Pensiamo ad esempio a creatori di moda, stilisti del colore e del tessuto, operatori del settore tessile, modellisti e tecnici sartoriali.

Se il campo vi interessa, sappiate che ci sono numerosi corsi di formazione, erogati in tutta Italia, che permettono di specializzarsi nelle diverse attività.

A seconda dei corsi, ciò che si può imparare riguarda ad esempio come realizzare in maniera professionale gonne, camicette, pantaloni o abiti per uomo donna e bambino ma non solo. Si possono apprendere conoscenza ed utilizzo di strumenti e macchinari, conoscenza merceologica di tessuti e accessori, scelta estetico/funzionale degli accessori, lettura del figurino, creazione di cartamodelli e loro piazzamento su stoffa per la predisposizione del taglio. Vi è poi il confezionamento, per cui si possono imparare i vari tipi di cucitura su stoffe, la confezione di un prototipo, i metodi e le tecniche di stiratura e di rifinitura del capo.

Esistono corsi sia individuali che per classi poco numerose, con durata ed orari variabili. I programmi in taluni casi possono essere personalizzati a seconda delle specifiche richieste o esigenze.

Gli sbocchi possono essere quelli di aprire un proprio laboratorio di sartoria, di lavorare all’interno di aziende del settore o di aprire un piccolo negozio dedicato alle riparazioni sartoriali, molto richieste nelle grandi città.

Molti all’inizio cominciano semplicemente svolgendo il proprio lavoro da casa. Sappiate però che si tratta di un’attività che rientra tra quelle artigiane, per cui in teoria non si può svolgere ufficialmente nella propria abitazione. Le regole richiedono un locale dedicato, che per partire può essere anche solo di 30 o 40 metri quadri. Le attrezzature che servono inizialmente non sono troppo costose – pensiamo a tessuti e macchine da cucire moderne. Può invece essere una buona idea avviare l’attività in famiglia, usufruendo dell’aiuto dei familiari, oppure di un’altra persona che stia in una seconda postazione di lavoro.
Se guardiamo alle grandi marche del Made in Italy, vedremo infatti che quasi tutti sono partiti con una conduzione familiare, che si è tramandata di padre in figlio.

Senza voler puntare troppo in alto, può essere una buona idea ritagliarsi una propria nicchia di mercato, focalizzandosi su specifici temi, come ad esempio 

-          Taglie comode o su misura per chi faccia fatica a trovare la propria taglia
-          Riutilizzo di capi usati per ricavarne di nuovi o sartoria ”vintage”
-          Abiti da cerimonia
-          Vestiti di Carnevale o da feste a tema
-          Costumi di scena teatrali

Non sottovalutate poi gli accessori che si possono ricavare con “gli avanzi” del lavoro, come borsette, spille o fasce per capelli, che possono essere anche commercializzati via Internet o venduti all’asta su eBay.

giovedì 5 maggio 2011

Me ne lavo la macchina


E’ sabato mattina, nel pomeriggio abbiamo un matrimonio e la macchina è troppo sporca... devo correre a lavarla!


Si, ma dove? E quanto mi costa?

Se vivete in città, soprattutto in Italia settentrionale, saprete che potete sempre contare – anche in caso di urgenza – sui servizi di autolavaggio self-service. Quante volte vi è tornato utile e quante volte avete trovato la fila?

Quello del lavaggio delle auto self-service può essere un business interessante sebbene forse non alla portata di tutti.

Sapete già come funziona: ci si reca presso lo spazio dedicato, si acquistano i gettoni che tipicamente costano 0,5 euro e permettono di ottenere l’erogazione di alcuni minuti di prodotto e si utilizzano le lance per lavare la propria macchina in modalità self-service.

Si stima che in media si utilizzano 5 o 6 gettoni, ma se la macchina dovesse essere particolarmente sporca o voi molto esigenti, si potrebbe arrivare anche ad un numero di gettoni più elevato.

Oltre o in sostituzione delle lance, alcuni autolavaggi automatici prevedono l’opzione “spazzoloni”, che siamo più soliti trovare presso benzinai o stazioni di servizio. In questo caso l’utente non deve lavare direttamente la macchina, che invece verrà trasportata automaticamente attraverso il portale erogante acqua, sapone ed infine aria per l’asciugatura.

Cosa comporta nella pratica dei fatti mettersi in proprio aprendo questo genere di attività?

Non occorre nessuna licenza commerciale, servono però le dichiarazioni di conformità per acque, scarichi, rumore e naturalmente bisogna mettersi in regola con la sicurezza. Oltre a questi aspetti burocratici, lo scoglio da affrontare è la necessità di capitali (80/100 mila euro) richiesti dalla necessità di trovare un terreno che possa ospitare l’attività e di acquisto degli impianti.

Se non si possiede, il terreno può essere affittato o preso in locazione. Come per molti altri progetti di cui abbiamo parlato, la posizione dell’attività sarà fondamentale. Meglio posizionarsi vicino a centri commerciali o zone residenziali molto popolose.

Un’alternativa che può aiutare, è poi quella di far partire l’attività in modalità franchising: esistono infatti diverse società che progettano e costruiscono questo tipo di attività, permettendo di acquisire il know-how necessario per far partire il tutto. Che cosa serve?

In genere un impianto prevede quattro box per il lavaggio coperto, più almeno uno scoperto. A fianco di questi ci saranno altrettante colonne con i sistemi di aspirazione e lucidatura dell’interno della macchina. Per offrire un maggior numero di servizi ai propri clienti, alcuni gestori si sono organizzati aggiungendo prodotti o servizi accessori oppure addirittura distributori di snack e bibite per alleggerire l’attesa dal lavaggio.

L’investimento economico varierà quindi molto a seconda dei servizi e prodotti proposti.

Detto questo, dal punto di vista della gestione e delle entrate il business risulta davvero molto interessante (il guadagno stimato si aggira intorno al 35-40% dell’incasso), se si considera che non è necessaria la presenza fisica sul posto del proprietario. Certo, si dovrà organizzare un controllo costante ed un rifornimento dei prodotti, che comunque può essere organizzato con facilità.

La buona riuscita dell’impresa deriva dalle caratteristiche stesse dell’attività: disponibile 24 ore su 24, fai-da-te, semplice da utilizzare (molti clienti sono anche donne), veloce, economico e per taluni anche divertente!

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