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lunedì 21 febbraio 2011

Ristoratori si, ma a Km 0

foto by ed_milla

Sentiamo molto spesso parlare di Km 0 ma… che cosa significa? E soprattutto come possiamo tradurlo in un lavoro?


Km 0 è sinonimo di un modo di fare impresa intelligente e sensibile alle esigenze dell'uomo e dell'ambiente, che si rispecchia nel sostenere l’agricoltura locale e nel tutelare il territorio. Se operate nella ristorazione o vi piacerebbe entrare nel settore, potete oggi pensare di dar vita ad un ristorante a Km 0.

La tendenza in atto è infatti sempre più quella di scegliere un'alimentazione sana per la propria famiglia, così come cresce l’attenzione rivolta a ciò che si mangia durante la pausa pranzo fuori casa, forzatamente breve e veloce. Scegliere cibi naturali e di stagione, provenienti da produttori locali, è proprio una delle caratteristiche chiave della ristorazione a Km 0, che si basa su piatti e vini preparati solo ed esclusivamente con i prodotti agricoli coltivati nelle zone limitrofe. Le zone di produzione non devono cioè superare i 70 km di distanza dal luogo di consumo degli stessi prodotti.

Dal punto di vista del ristoratore, la "filiera corta" produttore-consumatore è remunerativa grazie ai trasporti più brevi ed alla riduzione degli imballaggi, permette di mantenere prezzi più bassi e di garantire la freschezza dei prodotti. Può essere vincente anche l’idea di far riscoprire sapori e ricette della zona.

Chi decida di aprire un ristorante a Km 0 può richiedere finanziamenti pubblici ed entrare a far parte di circuiti tematici, che possono aiutare ad avere visibilità. Entrare in contatto poi con associazioni che mirano alla valorizzazione del territorio può essere di aiuto per promuovere la propria attività.

Potreste poi decidere di specializzarvi e dedicare il ristorante ad uno specifico piatto, come avviene per le pizzerie o le spaghetterie o ad uno specifico tipo di cucina, come ad esempio biologica o vegetariana. Potreste poi organizzare una rete di vendita di prodotti locali attraverso il vostro ristorante.

mercoledì 16 febbraio 2011

Questo lavoro è un trucco!


All’interno del settore estetico, troviamo la figura professionale del visagista e truccatore.
Si tratta di un professionista qualificato, che deve conoscere non solo le varie tecniche che permettono di esaltare le caratteristiche del viso, ma anche la dermatologia e la chimica di base. E’ richiesta infatti la conoscenza delle varie reazioni della cute a contatto con i cosmetici ed i prodotti utilizzati, dal momento che oltre all’applicazione del trucco il visagista si dedica spesso a quella di trattamenti legati a diversi problemi dell’epidermide, di cui deve quindi conoscere tutte le varie tipologie.
Oltre ad operare in diversi settori dell’estetica, il visagista può dedicarsi al mondo dello spettacolo e realizzare trucco per teatro, cinema e televisione.
Ci si può specializzare nel trucco da sposa, in quello delle diverse epoche storiche, oppure imparare tecniche correttive che utilizzano i chiaro-scuri pittorici.
Il visagista può poi decidere di entrare nel campo della moda.
I corsi di base trattano tipicamente di anatomia del viso, estetica e visagismo. Si imparano a conoscere apparato scheletrico, articolazioni, cute e muscoli. Così come dermatologia, detersione del viso, pulizia della pelle, geometria delle sopracciglia o epilazione del viso.
Per quanto riguarda il trucco, le materie tipiche riguardano i materiali, le varie fasi, le forme del viso e le correzioni, diversificando trucco da giorno, da sera o da sposa.
Se invece ci si vuole specializzare, come dicevamo, nel campo dello spettacolo, ci sono corsi che insegnano la storia del costume, del cinema, del teatro e forniscono conoscenze tecnico-pratiche come tecniche di ripresa fotografica e video per capire gli effetti della luce sul viso.
Si possono imparare inoltre il trucco nelle varie epoche, trucchi di invecchiamento teatrale, cinematografico, trucco da sfilata e ultime proposte moda.
I visagisti possono lavorare in proprio o trovare una collocazione presso centri estetici, centri benessere o presso compagnie teatrali.

Ecco dove potete trovare corsi di formazione:
Assofram
Adap formazione
CSF

lunedì 7 febbraio 2011

Anche i medici hanno bisogno di assistenza

foto by Gov/Ba

Sono molte le specializzazioni tra cui un medico può decidere di scegliere, ma tutte hanno una cosa in comune: necessiteranno di assistenza nel momento in cui il professionista si accingerà a lavorare. Il mestiere che quindi vi proponiamo oggi, è quello di segretario di studio medico.

I compiti di questo tipo di segretariato sono molto diversi a seconda della suddetta specialità medica in cui ci si trovi ad operare come ad esempio oculistica, dermatologia, dentistica o pediatria. Permanentemente in contatto con medici e paramedici, questa figura deve conoscere non solo le specificità di tali professioni, ma le regole etiche e deontologiche della classe medica come ad esempio il segreto professionale. Oltre ad avere a che fare con il singolo dottore, svolgendo questo lavoro si entra in contatto con il Sistema Sanitario Nazionale e con enti di assistenza medica e sociale.

I compiti di questa figura sono infatti non solo quelli di supportare il lavoro dei medici gestendo appuntamenti, dando assistenza telefonica ed informazioni ed organizzando eventi medico-scientifici. La capacità di accogliere fisicamente e telefonicamente i pazienti e di gestire attesa, urgenze e conflitti è solo una tra le conoscenze richieste.

I corsi che preparano a tale ruolo vertono infatti su quattro macro aree: Segreteria e Comunicazione, Formazione socio-sanitaria, Biologia e Medicina, Informatica. Eccone un elenco tipico:

1) Come accogliere e gestire i pazienti
2) Le professioni mediche e la deontologia
3) Introduzione alla biologia del corpo umano
4) Il computer e il suo ambiente
5) Gestione e organizzazione dello studio medico
6) La malattia: aspetti previdenziali e legislativi
7) Terminologia medica
8) Il trattamento del testo
9) Corrispondenza medica e professionale
10) Prevenzione, diagnosi e terapia
11) Foglio elettronico, Internet e e-mail
12) Istituzioni sanitarie e sociali
13) Specialità mediche
14) Il software per studio medico

Corredati da esempi pratici che riproducono situazioni reali tipiche, questi corsi possono rappresentare un’idea per reinventarsi in un settore che non conosce crisi grazie all’invecchiamento progressivo della popolazione ed all’importanza data alla prevenzione.

Ecco dove trovare corsi di formazione:
Centro europeo
Il portale dei corsi
Blog
Corsi professionali
Docetonline
Emagister

mercoledì 2 febbraio 2011

Cinofili? Diventate Istruttori!

foto by easyrab

Siete appassionati di animali e di cani in particolare? Avete mai pensato di trasformare la vostra passione in un lavoro? Sappiate che esistono numerosi corsi, di vari livelli, che permettono di diventare Istruttori Cinofili. Chiariamo meglio per chi non sia ferrato in materia.

Mentre l’Educatore Cinofilo si occupa della pedagogia del cane, ovvero della formazione del carattere e di far emergere le abilità sociali dell’animale per vivere in famiglia e nella comunità, gli standard del CSEN-CONI identificano l’Istruttore Cinofilo come colui che si occupa di Pet Partnership, cioè delle aree di specializzazione della coppia cane-conduttore e di problemi di comportamento. Oltre a queste figure, esistono poi gli specialisti di Pet Therapy oltre ai veri a propri gestori di Centri Cinofili.

I corsi per diventare Educatori o Istruttori presentano vari standard di formazione e tecniche anche molto differenti. Molti di essi sono gli uni propedeutici agli altri a seconda della professionalità che si vuole raggiungere e spesso prevedono un tirocinio al termine.

Ci sono poi numerosi corsi di specializzazione, stage ed eventi formativi che permetteranno di focalizzarsi sugli aspetti preferiti della materia, come ad esempio:

- Puppy Class
- T-Touch
- Nose work: esercizi di fiuto nell'educazione e nella rieducazione comportamentale del cane
- Zooantropologia didattica: come strutturare un ciclo di interventi nelle scuole elementari e medie; educazione ambientale ed al rapporto uomo-animali
- Workshop di Attivazione Mentale del cane
- Specializzazione in Agility Dog
- Specializzazione in Obedience
Anche senza una “specializzazione” scegliendo i corsi giusti è possibile iniziare a lavorare già dopo un anno di formazione, dal momento che la didattica prevede percorsi personali, dimostrazioni, esercitazioni, coaching di gruppo e presenza di supervisori.

Ecco dove potete trovare corsi di formazione:

Il mio cane  
Think Dog
eMagister

lunedì 24 gennaio 2011

Finanziamenti a fondo perduto per le aziende milanesi da parte del Comune e della Camera di Commercio di Milano

foto by tiziakaya

Sono stati stanziati contributi a fondo perduto per le piccole e medie imprese di tutti i settori di Milano e provincia per cercare di far fronte alla disoccupazione.
Sono previste tre tipi di misure:

Misura 1 – Assunzione lavoratori disoccupati over 45

Intervento: Assunzione con contratto a tempo indeterminato
Importo contributo: € 12.000,00

Intervento: Assunzione con contratto a tempo determinato per un periodo pari o superiore all’anno
Importo contributo: € 9.000,00

Intervento: Assunzione con contratto a tempo determinato per un periodo contrattuale superiore ai nove mesi ed inferiore all’anno
Importo contributo: € 6.000,00

Intervento: Assunzione con contratto a tempo determinato per un periodo pari o superiore all’anno
Importo contributo: € 9.000,00

Intervento: Assunzione con contratto a tempo determinato per un periodo contrattuale superiore ai nove mesi ed inferiore all’anno
Importo contributo: € 6.000,00


Misura 2 – Assunzione di giovani laureati under 30

Intervento: Assunzione con contratto a tempo indeterminato
Importo contributo: € 8.000,00

Intervento: Assunzione con contratto a tempo determinato per un periodo pari o superiore all’anno
Importo contributo: € 5.000,00


Misura 3 – Assunzione di giovani under 30 e stabilizzazione di giovani under 35

Intervento: Assunzione con contratto a tempo indeterminato di persone di età non superiore ai 30 anni
Importo contributo: € 5.000,00

Intervento: Assunzione con contratto a tempo determinato di persone di età non superiore ai 30 anni per un periodo contrattuale pari o superiore all’anno
Importo contributo: € 3.000,00

Intervento: Trasformazione da contratto a tempo determinato a contratto a tempo indeterminato di lavoratori di età non superiore ai 35 anni
Importo contributo: € 5.000,00

Per tutte le misure sono ammissibili i contratti di assunzione o trasformazione sottoscritti a partire dal 22/12/2010.

Le aziende potranno presentare al massimo 4 domande scegliendo tra 1 o più misure o tipologie di intervento

Le domande potranno essere presentate a partire dal 24 gennaio 2011 fino ad esaurimento fondi e comunque entro e non oltre il 9 maggio 2011.

Per maggiori informazioni e dettagli riguardo beneficiari e soggetti interessati alle diverse misure, vi rimandiamo a questo sito

lunedì 17 gennaio 2011

Intervista a Dana Frigerio: Garden Designer di Como


E’ vero, siamo solo a Gennaio, ma la voglia di Primavera si fa già sentire e forse anche voi state pensando a quali fiori o erbette mettere in balcone o, per i più fortunati, in giardino.
Siccome lo scorso anno abbiamo parlato della figura del Garden Designer, vogliamo ora entrare nel dettaglio e lo facciamo raccontandovi la nostra chiacchierata con una giovane artista dei giardini: Dana Frigerio, classe 1970 di Como.

Ciao Dana, ci spieghi meglio in che cosa consiste il tuo lavoro?
Ciao a tutti. Sono Garden Designer, progetto cioè giardini e terrazzi. Il mio compito inizia con lo studiare la scelta delle essenze per poi procedere tenendo in considerazione vari fattori come il clima, l'esposizione solare del giardino, eventuali piante ed edifici esistenti che possono ridurre l'apporto di luce e non ultimo il tipo di terreno.
Successivamente si considerano altre variabili come le preferenze individuali del cliente, la tipologia di location (come abitazione privata o luogo pubblico) e lo stile generale che si vuole dare al progetto. Solo al termine di queste valutazioni si potrà arrivare alla scelta e proseguire con la disposizione delle piante guardando a colori e particolari decorativi, come la pavimentazione, gli arredi ed altri oggetti.

Da quanto tempo sei Garden Designer?
Puoi farci un esempio di un progetto che hai realizzato?
Lavoro dal 2007 come progettista di giardini principalmente nella mia città, Como, poi a Milano. Ho anche diverse collaborazioni con la Sardegna. I miei clienti sono vari, si tratta sopratutto di privati, ma mi è anche capitato di lavorare per hotel. Lavoro con paesaggisti (professionisti che progettano spazi aperti quali parchi, giardini, aree verdi e seguono quindi l'architettura del paesaggio) e con riviste di settore. Un progetto particolare è stato ad esempio quello per un patio in Berlin-Kreuzberg di Levin Monsigny.

Hai sempre pensato di diventare Garden Designer o come sei arrivata a svolgere questo lavoro?
Mi sono licenziata dalla precedente occupazione. La semplice insoddisfazione professionale mi ha dato lo spunto per cambiare settore. Con tutte le conseguenze del caso: non tutti erano d'accordo sul fatto che io cambiassi lavoro.

Che tipo di formazione hai?
Come hai fatto per recuperare le tue competenze e reinventarti?
Dopo aver conseguito una formazione artistica, Liceo artistico prima e Accademia di Brera poi (indirizzo Scenografia), ho lavorato per un po’ di tempo nel mondo del teatro, ma senza particolari soddisfazioni. Successivamente l'avvicinamento al mondo delle piante è esploso come un fulmine a ciel sereno quando in occasione di una vacanza itinerante in Italia mi sono “imbattuta” nella visita di un parco rinascimentale. Da allora sono passati alcuni anni, durante i quali, oltre ad una formazione da autodidatta ne ho affiancata una scolastica per dare un metodo alla mia passione.

Che tipo di corsi hai seguito?
Era richiesta una formazione precedente specifica?
Nel 2005 ho iniziato con dei corsi alla scuola Fondazione Minoprio, che sono durati circa due anni.
Si tratta generalmente di corsi aperti a tutti, ma esistono anche corsi di specializzazione: dipende dal tipo di diploma o laurea in possesso.

Vista la tua formazione artistica li hai trovati difficili?
Che materie vengono insegnate?
Le materie sono varie: tra le altre ci sono botanica, topografia, progettazione e disegno. La facilità o difficoltà dipende appunto dalla formazione iniziale di ognuno, chi come me ha un percorso “più artistico” si trova in maggiori difficoltà con materie come topografia.
Devo dire che però la cosa sicuramente più difficile è stata rimettersi a studiare, dopo tanti anni, vedendo attorno a se anche molti giovani … e poi l'ansia di dare gli esami finali.

Però è andato tutto bene.
Ci racconti quindi un successo che ricordi con piacere?
Aver finito il corso e l'essersi diplomata con pieni voti è stata una bellissima soddisfazione!

Sappiamo che hai un blog molto carino.
Perché ha deciso di aprire un blog? Come sta andando?
Si sono l’autrice del blog dana-gardendesign. Le motivazioni sono molteplici, alcune più chiare altre meno. Sicuramente ho deciso di aprirlo, oltre che per un senso di egoistica necessità, per dare un servizio, per tenermi aggiornata sulle ultime tendenze del settore (anche fuori dall'Italia), per confrontarmi con gli altri paesi e paesaggisti, per creare un diario personale che mi permetta di ragionare sulla progettazione del verde e sulle mie idee.
Ultimamente in effetti sto avendo molti riscontri positivi: il mio blog è visitato quotidianamente da molte persone sia in italiane che straniere.

Complimenti. Sei contenta dal punto di vista economico?
Iniziare una nuova attività è sempre complicato, soprattutto in questi ultimi anni, ma non impossibile. Bisogna crederci, fare molti sacrifici, impegnarsi con costanza anche nei momenti difficili e poi i risultati arrivano. Ora sono molto soddisfatta, si. Cambiare lavoro ed ottenere riconoscimenti professionali in così poco tempo mi fa pensare che forse sto percorrendo proprio la strada giusta.

Quali consigli ti sentiresti di dare a coloro che si trovano senza lavoro e si devono reinventare?
Fortunatamente nulla è impossibile, basta avere fiducia in se stessi, scegliere il settore lavorativo che più vi rappresenta. Cercate di trasformare in lavoro le vostre passioni poiché la soddisfazione personale è una componente fondamentale per avere successo in un'attività.

Grazie mille Dana per averci concesso questa intervista, complimenti e buona Primavera! :-)

mercoledì 12 gennaio 2011

Cambiare vita e ritirarsi in campagna? Provate con l’apicoltura.



E’ recente l’intervista su un noto quotidiano a due giovani biologi che hanno deciso di affittare un piccolo terreno e dedicarsi all’antica arte dell’apicoltura.

Questa intervista suscita interesse: non è infatti frequente per noi cittadini pensare di reinventarsi lavorando in campagna. Per chi abbia voglia di cambiare vita, l’idea dell’apicoltura potrebbe essere interessante.

All’interno dell’agricoltura, l’apicoltura si dedica all’allevamento di api allo scopo di utilizzare il miele ed i prodotti dell’alveare come polline, cera, pappa reale e propoli.

Si tratta di una forma di allevamento che richiede molta passione dato che può essere organizzata si, ma mai industrializzata. L’attività varia infatti a seconda delle specie di api, del clima e del livello di sviluppo economico dell’agricoltore e prevede sia tecniche antiche che metodi moderni.

In Italia si contano ad oggi 50 mila apicoltori ed un milione di alveari. Si tratta di un settore in ripresa, dopo problemi quali virus e cambiamenti climatici, che negli ultimi anni lo hanno debilitato. Diventare apicoltori significa infatti anche intendersi di controllo ambientale, dal momento che le api sono molto sensibili all’ambiente in cui si trovano ed entrano in contatto con tutti gli elementi intorno all’alveare, come aria, acqua, suolo e vegetazione.

A livello regionale vengono stanziati fondi a sostegno del settore, come ad esempio in Umbria, dove i contributi vogliono sostenere la lotta a particolari malattie, l’acquisto o il rinnovo di arnie, l’utilizzo di presidi sanitari o l’acquisto di sciami e api regine per il ripopolamento. Può essere utile quindi raccogliere maggiori informazioni in materia.

Vengono organizzati corsi in tutta Italia per diventare apicoltori, durante i quali è possibile imparare cosa rappresenta la collaborazione tra uomo e ape, le modalità che facilitano la produzione, quali sono le attrezzature necessarie, oltre a materie specifiche come

• Biologia dell’ape
• Organizzazione dell’alveare
• Conduzione dell’alveare
• Controllo della sciamatura
• Sciamatura naturale e artificiale
• Messa a sciame preventiva
• Direzione colonie
• Varroasi – Lotta all’acaro
• Nemici dell’alveare
• Malattie della covata e dell’ape
• Flora apistica. Piante adatte alla raccolta del polline e del nettare
• Estrazione, conservazione e utilizzazione: miele, cera, propoli, pappa reale, veleno

Ecco dove potete trovare corsi di formazione:
Federapi
Emagister
Aralonline

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